L'atmosfera
al bologna

di PDG Giancarlo Vancini

Il Lions Club Bologna ha superato abbondantemente il mezzo secolo di attività. Durante questo lungo periodo ha annoverato fra i propri soci personaggi eccellenti sotto ogni punto di vista e ha svolto attività di grande significato. Ma tali caratteristiche possono essere (e sono) comuni a tanti Club, non sono il segno distintivo del “Bologna” (vedremo in seguito il motivo delle virgolette).
Con una permanenza nel Club più che trentennale posso tentare di dare una risposta. Ciò che caratterizza il Lions Club Bologna è la particolare atmosfera. Non grandi proclamazioni di amicizia (?) fra soci presenti e qualche maldicenza appena uno si allontana, ma un grande e sincero rispetto fra tutti. In tanti anni non ho mai dovuto assistere a litigi o anche solo a spiacevoli discussioni. Le inevitabili diversità di opinioni non hanno mai portato a fratture o nemmeno a “correnti”. Chi entra nel Club con uno spirito sbagliato (o comunque difforme da quello che contraddistingue il Club) se ne rende facilmente conto. Nessuno gli farà contestazioni plateali o chiassate, nessuno lo offenderà. Ma tutti i soci, con un loro dignitoso comportamento, gli faranno capire che ha sbagliato porta. Nessuno gli chiederà di andarsene, ma costui si sentirà un corpo estraneo e se ne andrà senza far rumore. E il Club potrà continuare la propria attività con impegno e spirito collaborativo fra tutti i soci.

Le cariche. E’ vero: il sistema adottato (quello della commissione elettorale nominata dal Presidente in carica) non è fra i più democratici, probabilmente in tanti Club sarebbe apportatore di lamentele ed inimicizie, non funzionerebbe. Nel nostro Club, per contro, il metodo funziona benissimo: qualsiasi carica (o come io preferisco dire “incarico”) viene vissuta come un servizio reso ai soci. Nessuno, credo di poterlo affermare con certezza, si attiva per avere cariche. Se la commissione elettorale (dopo aver ben meditato ed aver interpellato con cautela e discrezione un buon numero di soci) avanza una proposta il chiamato risponde positivamente e si mette a disposizione (tranne un socio – noto e simpatico avvocato – il cui nome è noto a tutti e che rifiuta ostinatamente la Presidenza, pur ampiamente meritata). Tutti i soci accettano di buon grado le designazioni, nessuna recriminazione o minaccia di dimissioni. Ripeto: in tanti anni non mi sono mai giunte notizie di lamentele o di accuse più o meno velate di “favoritismi” o anche di semplice superficialità. Il metodo per far sapere (anche in modo anonimo) il proprio disaccordo esiste: basta cancellare il nome non gradito dalla lista, ma credo che statisticamente la percentuale delle cancellazioni sia del tutto irrilevante. Chiunque venga nominato sa di poter contare sulla fattiva e sincera collaborazione di tutti. Il che è un punto di forza per l’attività a venire.

In sintesi: rispetto fra i soci e comprensione delle ragioni altrui, in piena attuazione di un principio etico dei Lions.
Questa particolare situazione del “Bologna” è riconosciuta in tutto il Distretto, come è comprovato da una parte dal grande numero di Governatori che il Club ha dato al Distretto e dall’altra parte dalla richiesta di Past Governatori di entrare nel “Bologna”.
Il desiderio di servire e non di “apparire” del Club è dimostrato altresì dalla conservazione del nome originario, senza l’aggiunta del nome “Host” che pur spetterebbe. Quindi “Bologna”, non “Bologna Host”. Forse questa è anche una civetteria un tantino snobistica, ma “nessuno è perfetto”. Però il “Bologna” vi si avvicina molto.